Il silenzio

-Qual è il momento della nostra vita di cui serbiamo per sempre il ricordo? Può essere stato un viaggio, l’incontro con una persona o un’emozione fugace: con la mente continuiamo a tornarci e ci portiamo dentro la nostalgia di quell’attimo.-

presentazione a Robert Peroni, Francesco Casolo, I colori del ghiaccio.

Solo un cigolio che vi spaventa un po’; quindi un brivido e poi di nuovo il silenzio. La montagna torna protagonista e la seggiovia si fa di nuovo da parte fino al prossimo palo che vi ricorda l’altezza alla quale state viaggiando. Però non dovreste stare lì: prima viene la montagna, solo dopo il mezzo e l’uomo.

Il silenzio comunque prende posto tra paura e meraviglia, volete godervi il panorama, il vento, ma non distogliete gli occhi da terra e ancora un cigolio vi riporta alla realtà. Un nuovo silenzio: la colpa è sua, non siamo soliti ascoltarlo, il silenzio richiede attenzione e quello della montagna se la prende. Il bianco insonorizza e gli alberi non fanno altro che incanalarlo nella terra ed in voi.

La stazione d’arrivo è vicina e sollevàti alzate la barra per scendere dalla seggiovia. Ecco il rumore che vi riempie, non vi sentite più vuoti e credete che così sarete più uomini. Ma la montagna vi riporta giù: il vento della discesa farà di nuovo piombare in voi il silenzio immenso della Natura.

Volontà

“Vi dico che in questa vita ci guadagnerete; e che, a ogni nuovo passo che farete in questa via, scorgerete tanta certezza di guadagno e tanto nulla in quanto rischiate, che alla fine vi renderete conto di avere scommesso per una cosa certa, infinita, per la quale non avete dato nulla.”

B. Pascal, Pensieri

Da un po’ di tempo non fate alcun tipo di esercizio fisico. La stanchezza, il lavoro, la frenesia, non sono allenamento. Vi state lasciando andare. Da troppo pensate di iscrivervi in palestra e da ancora di più volete uscire a correre. Fatelo; senza pensarci, trovate un’ora di tempo ed iniziate perché non dovete riflettere. La sera preparate pantaloncini e felpa, in automatico come quando mettete il pigiama; svegliatevi, magari con qualcuno che deve fare altro ed uscite. Non ve ne siete accorti ma state correndo.

Ora entra in gioco la volontà: quella sensazione dei primi cento metri, la corsa all’autobus, quell’aria gelida che vi riempe i polmoni, presto diventa un martellante stop nella testa. Fatica opposta a volontà, rallentate il ritmo ma opponeteci la voglia di proseguire. Ancora non si sente alcuna bellezza ma dovete farlo. Due chilometri, pausa con un po’ di ginnastica, ritornate. Sarete appagati, solo oggi. Non credete che domani il peso del vostro corpo tornerà ad essere quello del sedentario? Ancora non è la vostra volontà ad entrare in gioco ma dovete farlo come fosse un turno in fabbrica, da automi; poi ci sarà il guadagno, come la fede, ora nulla, poi tutto.